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Dimensions: 90 x 80 cm

Tecnica: Fibra di vetro e acrilico

 

Rice nasce a Parigi nel 1968.

Dopo anni in giro per il mondo a bordo della sua moto e a piedi, si stabilisce in Costa Azzurra e inizia a fare arte.

Critico verso una società ossessionata dal consumismo e dall’estetica, decide di creare sculture utilizzando il materiale emblema dello spreco: la plastica.

I suoi soggetti attingono alla cultura di massa: topolini, simboli della pace, pistole, bandiere americane, palloncini e personaggi dei fumetti.

Raffigurati in una veste un po’ retrò, essi pongono dei quesiti di ordine morale sull’uomo, sui suoi miti e sui suoi valori.

Con cinismo, Rice rappresenta il lento spegnimento di ciò che è bambino, innocente e puro, in nome di una bellezza esasperata, di una iper-produttività e di ritmi di vita insostenibili.

Come Topolino, emblema della gioia e della felicità, soffocato e nascosto da teli metallici da cui fuoriesce solo una zampa. Oppure è affogato in barili d’olio, simbolo dell’inquinamento del pianeta.

Composizioni di palloncini colorati giocano con l’espressione francese “tu me gonfle” (mi hai stufato), per urlare al mondo la rabbia di chi non si sente in sintonia con la società moderna.

Un po’ come Rice stesso che, ritiratosi in un delizioso quartiere multietnico di Nizza, tra palazzi un po’ decadenti in stile coloniale, e un mix di idiomi, vive una vita bohèmien in mezzo alle sue creazioni.

Perché alla fine, e questo è il suo messaggio, ciò che salva dall’abbruttimento della bellezza a tutti costi, sono proprio la creatività, i colori e le forme.

Mickey Undercover Gold

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Rice nasce a Parigi nel 1968.

Dopo anni in giro per il mondo a bordo della sua moto e a piedi, si stabilisce in Costa Azzurra e inizia a fare arte.

Critico verso una società ossessionata dal consumismo e dall’estetica, decide di creare sculture utilizzando il materiale emblema dello spreco: la plastica.

I suoi soggetti attingono alla cultura di massa: topolini, simboli della pace, pistole, bandiere americane, palloncini e personaggi dei fumetti.

Raffigurati in una veste un po’ retrò, essi pongono dei quesiti di ordine morale sull’uomo, sui suoi miti e sui suoi valori.

Con cinismo, Rice rappresenta il lento spegnimento di ciò che è bambino, innocente e puro, in nome di una bellezza esasperata, di una iper-produttività e di ritmi di vita insostenibili.

Come Topolino, emblema della gioia e della felicità, soffocato e nascosto da teli metallici da cui fuoriesce solo una zampa. Oppure è affogato in barili d’olio, simbolo dell’inquinamento del pianeta.

Composizioni di palloncini colorati giocano con l’espressione francese “tu me gonfle” (mi hai stufato), per urlare al mondo la rabbia di chi non si sente in sintonia con la società moderna.

Un po’ come Rice stesso che, ritiratosi in un delizioso quartiere multietnico di Nizza, tra palazzi un po’ decadenti in stile coloniale, e un mix di idiomi, vive una vita bohèmien in mezzo alle sue creazioni.

Perché alla fine, e questo è il suo messaggio, ciò che salva dall’abbruttimento della bellezza a tutti costi, sono proprio la creatività, i colori e le forme.